Etichette dell’olio: e voi le sapete leggere?

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Leggere non fa bene solo alla mente, ma anche al corpo: soprattutto quando la lettura riguarda le etichette alimentari!

Nelle scorse settimane vi abbiamo presentato i nostri Cuore Verde e Fiordolio a 360 gradi, descrivendone i profili sensoriali. Come ben sappiamo tutti, ci sono tanti oli e tante etichette per questo è  importante conoscere e sapere, ma anche saper riconoscere. Vi abbiamo già parlato del ruolo centrale dell’assaggio: ricordate che i vostri sensi sono fondamentali per scoprire la vera qualità dell’olio! Ma quando vi trovate soli di fronte ad una bottiglia cosa andare a leggere sull’etichetta?

In prima battuta molto si basa sul CHI: ovvero chi produce l’olio? L’azienda indicata in confezione è produttrice o solo imbottigliatrice? Leggete quindi la ragione sociale dove potrete anche capire da dove viene quell’olio.  Potete trovare dall’azienda agricola del paesino vicino casa fino alla multinazionale con sede a Brescia. Di conseguenza potrete trovare un olio 100% italiano o una DOP o una miscela di oli comunitari o una miscela di oli comunitari e non comunitari. La differenza? Assaggiate e valutate voi stessi.

Un’etichetta di olio di oliva deve per forza indicare:

1. La denominazione di vendita, ovvero indicare se si tratta di:

  • Olio extra vergine di oliva:  olio di categoria superiore ottenuto direttamente dalle olive e unicamente mediante procedimenti meccanici;
  • Olio di oliva vergine:  olio di oliva ottenuto direttamente dalle olive e unicamente mediante procedimenti meccanici;

2. La designazione dell’origine: ovvero il paese di provenienza, che sia esso UE o Stato extracomunitario (ma riguarda solo gli olii superiori). Se invece di tratta di miscele di oli c’è l’indicazione di miscele di oli comunitari, miscele di oli non comunitari e miscele di oli comunitari e non comunitari. Se c’è un’indicazione geografica protetta, essa deve corrispondere al luogo dove le olive sono state raccolte e dove si trova il frantoio.

4. Nome o ragione sociale del produttore, la sede dello stabilimento, il termine di conservazione, la quantità netta del volume, il lotto.

5. L’etichetta nutrizionale (che però sarà obbligatoria solo dal 2016).

7. La modalità di conservazione.

Tra le indicazioni facoltative ci sono invece:

  1. Prima spremitura a freddo:  riguarda è riservata agli oli d’oliva extra vergini o vergini ottenuti a meno di 27°C con la prima spremitura meccanica della pasta d’olive, mediante un sistema di estrazione di tipo tradizionale con presse idrauliche.
  2. Estratto a freddo: è riservata agli oli di oliva extravergini o vergini ottenuti a meno di 27°C con un processo di percolazione o centrifugazione della pasta di olive.
  3. Indicazioni delle caratteristiche organolettiche e dell’acidità.

 

Gli ultimi due suggerimenti che possiamo darvi, li lanciamo usando due famosi detti popolari:

Anche l’occhio vuole la sua parte: perché, al momento dell’acquisto non tenete conto anche dell’estetica? Una bella bottiglia d’olio si presenta già bene prima ancora di assaggiarne il gusto, e magari è un perfetto regalo per una cena con gli amici.

Non è tutt’oro quello che luccica: qui parliamo di matematica, anche se vanno fatti alcuni distinguo. Non vi aspettate di trovare in un olio che costa poco le stesse emozioni sensoriali, ossia il magico trio fruttato-amaro-piccante e quindi gli stessi valori nutrizionali di un olio di qualità. Ci possono essere però motivi differenti che portano un olio a costare meno di altri, come ad esempio il fatto che sia dell’anno passato.

Certo le cose da sapere sono tante, ma se prendete l’abitudine di leggere attentamente l’etichetta dell’olio di oliva e di fidarvi dei vostri sensi, i piatti ne guadagneranno in gusto e voi in salute!

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