Agropirateria: un chip ci salverà!

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Il problema della falsificazione dei prodotti alimentari, nel settore dell’olio come in molti altri, è per il made in Italy una vera piaga. Da un lato infatti i consumatori si trovano a mangiare cibi di bassa qualità, spacciati (e soprattutto pagati) come eccellenze del nostro territorio, mentre dall’altra le aziende che rispettano gli standard di legge arrancano dietro a quelle disoneste.

Ora però la tecnologia lancerà una battaglia senza quartiere a chi tenta di bypassare le regole: infatti nel corso della giornata dedicata all’Olio di Calabria IGP  e organizzata presso l’Università di Reggio Calabria dall’Accademia dei Georgofili sono state presentate delle tecnologie e dei materiali anticontraffazione e alcune applicazioni nanotecnologiche per l’autenticazione e la tutela delle produzioni agro-alimentari di eccellenza.

Si tratta di un progetto finanziato dal PONR&C 2007-2013 e che nasce per mettere a disposizione strumenti per contrastare l’agropirateria. Sapevate che i prodotti falsi hanno un giro di affari superiore a quelli autentici? Il valore di quella internazionale è addirittura di 60 miliardi.

Ma grazie alle nuove tecnologie, tra cui per esempio un microchip di 5 mmq, sarà possibile includere un fingerprint di autenticazione e quindi mettere un freno alle falsificazioni. Il cliente quindi, grazie ad un tablet o allo smartphone, potrà verificare tutte le informazioni. I nuovi dispositivi saranno presentati nel corso di manifestazioni ad Expo 2015.

Intanto voi sapete come riconoscere l’olio buono, giusto? Deve avere il giusto grado di amaro, fruttato e piccante. Ma il vero segreto è affidarsi ai vostri produttori di fiducia: i pirati, lasciateli ai film con Jake Sparrow!

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