Acque di vegetazione: che fine fanno?

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In questi giorni il mondo dell’olio di oliva sembra essere sotto i riflettori di tutta Italia: al di là infatti dello scandalo legato all’olio scadente sui cui evitiamo di soffermarci, anche la trasmissione le Iene ha dedicato due servizi a questo alimento. In uno si parlava della  xylella e nell’altro dello smaltimento delle acque di vegetazione, che in alcuni Frantoi della Puglia (e non solo) vengono sversate nei fiumi.

Ma facciamo un passo indietro: in questi anni c’è stata una grande innovazione nel settore olivolicolo non solo per quanto riguarda la raccolta, ma anche per quanto riguarda la lavorazione delle materie prime all’interno del frantoi.

La vera innovazione  però riguarda il fatto che si è capito che per ridurre l’impatto ambientale della lavorazione delle olive, uno dei cardini veri della sostenibilità è il recupero dei sottoprodotti della produzione e della trasformazione delle olive.

C’è da considerare infatti che reflussi oleari pur non essendo fatti di sostanze tossiche, hanno la caratteristica di essere tra i più inquinanti nell’ambito dell’industria agroalimentare. Ma c’è anche da considerare che i rifiuti dei frantoi devono essere visti come risorse e non solo come scarti da buttare, perché al loro interno ci sono composti aromatici, antiossidanti, pigmenti e altre sostanze importanti. Sono state quindi fatte tante ricerche per studiare appunto la valorizzazione e il loro impatto ambientale. I concentrati estratti da essi sono stati usati nei campi più diversi e in alcuni casi è stato dimostrato anche che possono essere utilizzati per combattere le infezioni fungine, batteriche o virali ed agire, a concentrazioni relativamente basse, da deterrenti nutrizionali contro insetti dannosi.

Ma cosa dice intanto la normativa? Pur con qualche variazione da regione a regione, la regola generale è che le acque reflue di lavaggio possono essere raccolte con le acque di vegetazione ed utilizzate per scopi agronomici, ma prima di farlo va ad esempio avvertito il Sindaco che deve dare l’ok.

Resta fermo il concetto che sversare le acque di nascosto in un corso d’acqua, come mostrato nel servizio delle Iene è una cosa non solo stupida, ma anche dannosa: rispettiamo la legge e rispettiamo l’ambiente!

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